LA
CHIESA GOTICA DI SAN FRANCESCO IN ASCOLI PICENO |
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Il lato destro del tempio, che fa da fondale alla scenografica Piazza del
Popolo, con il suo travertino nudo e luminoso, è un insieme d’effetto meraviglioso
per la scansione ritmica parietale e l’armonioso e movimentato gioco delle sette
absidi poligonali conclusive, costolate, dalle quali svettano i due agilissimi campanili e
la cupola; altissimi finestroni bifori, di diversa grandezza (in tutto n. 16) si
ritrovano lungo le pareti della chiesa, anch’essi ornati di colonnine tortili,
archetti intrecciati con trafori gotici, con a volte presenti anche figurazioni. |
Addossata alla prima abside è stata costruita una elegante
Edicola Barocca, datata 1639 ad opera del berniniano Lazzaro Morelli, per incarico del
Governatore Gerolamo Codebò che volle dedicarla alla Madonna di Reggio. Sull’alto
basamento poggiano due colonne lavorate; la trabeazione è sormontata da un timpano
classico entro cui occhieggia un grazioso puttino con incorniciato un festone di frutta.
Un cancelletto di ferro battuto proteggeva l’antica icona della Madonna, oggi
sostituita da una terracotta del Paci. Davanti a questa edicola sostavano per pregare i
condannati a morte, mentre venivano condotti al supplizio a Campo Parignano. |

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Il
grande portale gotico al centro della facciata su Piazza del Popolo è a due ordini, con
l’archivolto includente fasci di tre colonnine tortili, con capitelli che formano una
striscia con doppio inserto di foglie pendule. La parte superiore è sormontato da un
monumento a Giulio II°, il Papa che liberò la città dalla tirannia dei Guiderocchi, il
cui palazzo, incendiato e distrutto a furor di popolo, sorgeva proprio sul lato opposto.
La statua del Papa benedicente campeggia al centro fra una inquadratura di pilastri e
cornici, sovrastata dal frontespizio triangolare recante al centro il Cristo a mezzo
busto, e alla base la figurazione dell’Annunciazione; nelle nicchie a lato vi
sono le statue di quattro Santi. |

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L'opera
scultorea è attribuita a Bernardino di Pietro da Corona, datata 1506-1510.
Il
portone in legno fu eseguito su disegno di Cola dell’Amatrice.
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